Allattamento al seno, cosa ne penso e la mia decisione da trismamma.
Durante le mie tre gravidanze, ho potuto assodare come sia difficile per una mamma cercare di coordinare una famiglia con tre figli piccoli. Soprattutto quando ti ritrovi con un neonato in braccio e ancora hai altri due figli nell’età bisognosa di attenzioni e coccole.
Essere mamma significa tante cose per me. E’ forse stato uno dei primi obiettivi che mi sono prefissata quando ho incominciato a capire l’importanza e il valore di avere una famiglia.
I desideri per me sono sempre stati motivo di sfida e realizzazione personale.
Ho scoperto di essere in cinta della terza figlia quando meno me l’aspettavo e rispetto ai primi due la maternità è stata piuttosto impegnativa e se non altro diversa .
Per la primogenita l’allattamento al seno è stata una priorità esclusiva.
Nella mia testa essere mamma significava dover allattare la mia piccola fino almeno al primo anno di età. E’ stata dura ma ce l’ho fatta. Ho scelto l’allattamento esclusivo al seno fino ai 6 mesi, per poi proseguire fino ai 12 parallelamente allo svezzamento.
Le attenzioni erano tutte solo per lei e quello era il nostro momento per stare abbracciate, guardarci negli occhi, sentire il suo respiro sul mio petto. Nulla è paragonabile all’emozione e all’intesa che si crea nell’istante in cui lo sguardo mamma-figlia s’incrocia per la prima volta. Allattare mia figlia al seno mi faceva stare bene, vedevo che Noemi era serena e quel “momento nostro” mi regalava una gioia infinita. Nel nostro piccolo io e lei eravamo ancora una cosa sola che ci univa e continuava ancora nonostante il parto.
L’allattamento al seno con il mio secondo figlio.
Con il secondo figlio, avendo già una bimba di 2 anni da accudire, mi sono ritrovata a far fronte alla gelosia. Noemi non accettava di vedere Elia attaccato al mio seno. Era come se qualcun altro le stesse portando via la mamma. Urlava e gli faceva i dispetti. Ho fatto di tutto per farle capire che non ce n’era motivo. Ma nella sua testa c’era come la sensazione che lui in quel momento ricevesse più coccole di lei.
Quando potevo andavo nella stanza accanto mentre lei veniva distratta, oppure se ero sola con entrambi, cercavo ad ogni poppata di parlare con lei, di darle attenzioni e di farla sentire importante allo stesso modo.
Con tanti sacrifici, sono riuscita ad allattare esclusivamente al seno anche Elia nei suoi primi mesi di vita. E questo per me è stato un grandissimo traguardo. Conosco bene l’importanza e i benefici che il latte materno può dare ai nostri piccoli. I molteplici vantaggi che solo il latte della mamma può avere. Un nutrimento completo, perfettamente bilanciato secondo la necessità, alla giusta temperatura, sempre pronto all’uso e soprattutto a costo zero.
Per Eva invece, l’allattamento al seno è stato tutto diverso.
Nonostante il Breast Crawl all’ospedale e tantissimo impegno da parte mia, la stanchezza, l’essere terzogenita e l’attività stagionale in pieno fermento, hanno fatto si che le cose non furono andate come avrei voluto.
Ci speravo tanto. Anche ad Eva avrei voluto dare lo stesso trattamento che ho riservato hai suoi fratelli, ma per vari motivi personali, questa volta non ho potuto continuare a lungo.
Ho pianto. E anche tanto. Nella mia testa tornava sempre fuori l’idea di non essere stata una brava mamma. Per non aver riservato a tutti e tre le stesse attenzioni. Non essermi dedicata abbastanza. Non aver fatto il possibile anche per lei. Di non aver insistito con me stessa.
A questo punto, piuttosto frustrante, mi sono fatta aiutare e consigliare da uno specialista. Siamo mamme, ma prima di tutto Donne. Siamo esseri umani. Sbagliamo. Ma ogni cosa che facciamo la facciamo con il cuore. Per il bene dei nostri figli. E quando ho visto che non riuscivo a soddisfare le esigenze di Eva, ho dovuto ricorrere al latte per l’infanzia.
E’ già passato quasi 1 anno da quella scelta combattuta e difficile, ma sono felice di aver preso quella decisione.
Non sono qui a giudicare, e vorrei che anche le altre mamme facessero lo stesso. Questa mia decisione è stata dettata da esigenze personali e mi piacerebbe che qualsiasi mamma si sentisse libera di poter scegliere, insieme al proprio pediatra, senza troppi sensi di colpa.
Ogni mamma ha i suoi buoni motivi per poterlo fare, e per questo deve sentirsi libera di scegliere quello che è più giusto per lei e per il suo bambino. Nel caso in cui una mamma non possa allattare al seno il proprio piccolo non deve essere in alcun modo colpevolizzata.
Il latte crescita 3 è uno dei pochi con il quale mi trovo bene. Qualora il latte della mamma non fosse disponibile a sufficienza, mi sento di consigliarvelo, sempre dopo aver sentito il pediatra.
Perché ho scelto il latte crescita 3 di Mellin.
Perché rispetto ad altre miscele, Mellin inserisce una combinazione esclusiva di prebiotici GOS-FOS in proporzione 9:1. Una miscela di galatto-oligosaccaridi (GOS) e di frutto-oligosaccaridi (FOS) che favorisce l’equilibrio della flora intestinale.
I prebiotici, infatti, dovete sapere, che sono carboidrati non digeribili dall’uomo. Ne abbiamo bisogno per l’equilibrio della flora intestinale poiché giocano un ruolo importante per promuovere la crescita e l’attività dei batteri buoni del nostro intestino.
Il latte crescita va comunque sempre somministrato dietro il consiglio del vostro pediatra di fiducia, all’interno di un’alimentazione diversificata.
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L'articolo Allattamento al seno: la mia esperienza da Trismamma. proviene da Eli Noe 11.