Fin dalla nascita è importante che il neonato riceva i giusti nutrimenti in modo equilibrato e sano.
I primi mille giorni di vita del bambino, sono infatti considerati i “più delicati” in quanto fanno da imprinting per la salute futura dei nostri bambini.
In qualche post passato vi avevo raccontato la mia personale esperienza sull’allattamento al seno e quanto ritengo sia importante il latte materno per almeno i primi 6 mesi e comunque il più a lungo possibile.
L’allattamento esclusivo al seno è per il nostro bambino il bene più prezioso che possiamo offrirgli per garantire il meglio per la sua salute attuale e futura.
Ma cosa fare quando il latte materno non è possibile?
La cosa importante da tenere sempre a mente è che fin dalla nascita, i nostri piccoli devono essere protetti da possibili carenze nutrizionali o da eccessi che possono in qualche modo influenzare negativamente la sua salute, come ci ha ben spiegato il pediatra che abbiamo incontrato.
Il latte viene considerato dai pediatri il primo alimento fondamentale per una crescita sana.
Vedere il proprio figlio crescere paffutello e apparentemente sano non significa che stia assumendo la giusta quantità di elementi necessari per una corretta crescita.
Ogni situazione richiede a prescindere, sempre e comunque, il consiglio del proprio pediatra.
L’alimentazione del neonato è qualcosa che va oltre l’apparenza, che si fissa fin dalla nascita e si porta dietro tutta la vita.
Sapete cosa c’è che non va nel latte vaccino e che i nostri nonni non ci hanno mai detto?
Il latte vaccino è assolutamente sconsigliato nei primi 12 mesi di età. Questo perché è nato e pensato per la crescita veloce di un vitellino. Per l’essere umano è invece troppo ricco di proteine animali. Addirittura è in grado di apportare fino a 3 volte, il quantitativo di proteine rispetto al latte materno. Oltretutto è povero di ferro e di vitamina D.
Un atteggiamento ancora più prudente, suggerisce infatti la corretta introduzione del latte vaccino dopo i 36 mesi.
Sapete cosa possono comportare per i nostri bimbi eccessi o carenze nutrizionali dovute all’assunzione di un’alimentazione non adatta?
La scienza ha dimostrato che una carenza o un eccesso durante i primi 2 anni di vita può influenzare il rischio di sviluppare in età adulta malattie quali l’obesità, il diabete, l’ipertensione, ecc..
Le carenze più comuni riscontrate nei bambini riguardano proprio il ferro, la vitamina D e le fibre.
Molti di questi elementi sono fondamentali poiché in grado di svolgere funzioni collegate a facoltà neuro-cognitive, legate al sistema immunitario e dello sviluppo osseo. Ad esempio quando si presenta una carenza di ferro o vitamine D si corre il rischio di Anemia o rachitismo.
Per questo, quando l’allattamento al seno non è possibile, è importante scegliere sempre un latte specifico facendosi consigliare da un esperto in materia. A seconda delle esigenze del proprio bambino è bene chiedere sempre il parere al proprio pediatra di fiducia.
Con Eva sto usando attualmente il latte crescita 3 di Mellin con fibre, nel post dedicato, trovate meglio la spiegazione e il motivo della mia scelta.
Post in collaborazione con #Mellin.
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L'articolo Il latte: il primo elemento nutrizionale del bambino. proviene da Eli Noe 11.